Nelle buste paga del 2015
abbiamo trovato una bella sorpresa: l’addizionale comunale IRPEF con aliquota
0,6%. Strano che durante la campagna elettorale di questa estate,
l’Amministrazione di Bolgare non si sia sentita in dovere di avvertire i propri
cittadini dell’introduzione di una nuova tassa.
A sostegno del Sindaco Serughetti era intervenuto anche il Segretario della
Lega Matteo Salvini, che ha recentemente dichiarato: “Se Renzi metterà una sola
mezza tassa in più, andremo a Roma con i bastoni”.
Evidentemente le minacce di Salvini valgono solo per Roma e non hanno potere sugli amministratori della sua Lega.
Evidentemente le minacce di Salvini valgono solo per Roma e non hanno potere sugli amministratori della sua Lega.
La scelta di imporre
l'addizione IRPEF comunale, secondo quanto affermato dai nostri Amministratori,
sarebbe stata dettata dalla volontà di non mettere ulteriormente in difficoltà
quelle persone che hanno perso il lavoro.
Questa motivazione non ci convince per diverse ragioni.
Questa motivazione non ci convince per diverse ragioni.
- La prima riguarda il fatto che l'IRPEF si applica anche a quei redditi derivanti dagli ammortizzatori sociali (indennità di disoccupazione, cassa integrazione, mobilità...). Quindi chi ha perso un lavoro si trova comunque tassato e se in famiglia non si è il solo ad aver perso il lavoro, la tassa è doppia!
- La seconda riguarda che l'IRPEF si applica al reddito e quindi a tutti i componenti della famiglia. Questo determina una tassazione multipla all'interno di una singola famiglia.
- La terza è che l'IRPEF, essendo applicata sul reddito, andrà ad incidere particolarmente sui lavoratori dipendenti a reddito certo e fisso. Lavoratori che già hanno particolarmente risentito degli effetti della crisi sul potere d'acquisto del loro salario.
L'IRPEF non si paga con
nessun bollettino, non arriva a casa nessuna lettera, non si deve andare in
comune per compilare moduli o altro. Direttamente dallo stipendio (cedolino)
vengono prelevati i soldi e quasi non ce ne accorgiamo (ecco quello che
speravano i nostri “cari” Amministratori). Venti, trenta euro al mese non
hanno un peso determinante sullo stipendio, ma se li moltiplicavano per un anno
intero si scopre che sono stati prelevati da 150 a 300 euro e più.
Se avessero voluto davvero
aiutare chi ha perso un lavoro, le soluzioni sono semplici:
- Ridurre le indennità di carica e usare i soldi risparmiati per aiutare le famiglie in difficoltà.
- Spendere con attenzione i soldi pubblici e non buttare dalla finestra migliaia di euro in cause legali perché si è pasticciato con nomine e appalti.
- Far eseguire le corrette procedure e non accorgersi dopo 15 anni che le mancate azioni prescritte dalla legge costeranno, ai cittadini di Bolgare (speriamo di no), centinaia di migliaia di euro (vedi area Ex-Icro)